Sicurezza e politiche giovanili, il mio intervento sul Giornale di Brescia

Bisogna aprire una profondo dibattito sul futuro della nostra città per quanto attiene il tema delle politiche educative. Il problema della violenza giovanile, diffuso nelle piazze del centro storico come in periferia e sui mezzi pubblici, non si può risolvere unicamente incrementando la repressione e il controllo del territorio (per quanto necessarie) bensì costruendo nuove modalità di contatto e coinvolgimento dei ragazzi.
A Brescia serve un nuovo patto educativo che coinvolga tutte le agenzie educative della città e rimetta al centro gli oratori, luoghi di integrazione, inclusione e supporto alle famiglie diffusi in tutti i quartieri e che hanno svolto in passato un ruolo virtuoso nella crescita di diverse generazioni.
Non esistono ricette semplici, ma non va sottovalutata la diffusa preoccupazione che c’è nelle famiglie bresciane, visto che sono decine i ragazzi aggrediti da queste bande. Per questo occorre una presa di coscienza comune, un virtuoso dibattito che parta dal coinvolgimento di esperti per individuare ricette amministrative adeguate che sappiano unire educazione e sicurezza.